A Portoferraio, Isola d’Elba, manca un monumento. O almeno una targa in una via. Insomma, manca qualcosa che ricordi e celebri Olimpia Mibelli Ferrini e il suo gesto eroico compiuto 80 anni fa. All’epoca di anni ne aveva solo 21, faceva la lavandaia, viveva con quel poco che le dava il suo lavoro e si arrangiava come poteva in quel tempo di guerra in cui tutti all’Elba pativano la fame
Olimpia era una donna libera, disinibita e generosa. E si rese protagonista di un sacrificio enorme: offrì il suo corpo ai soldati francesi che erano appena sbarcati sull’isola. Soldati che, anziché comportarsi da liberatori, si comportarono da predatori, non tutti, certo, ma molti. Entravano di prepotenza nelle case, rubavano cibo e vino, ma soprattutto rapivano le donne e le violentavano: circa 200 casi di stupri accertati sull’isola, si legge in un rapporto del tempo. Olimpia attirò verso sé un manipolo di soldati che avevano già acciuffato alcune ragazzine. E non lo fece una volta sola. Forse due, forse tre volte. Non si è mai saputo con certezza. Quel che è certo è che quando la presero se ne servirono in tanti